Rassegna di incidenti

Raccogliamo qui solo qualche esempio di ciò che accade tutti gli anni, con macabra puntualità, nelle nostre campagne durante la stagione di caccia, quasi sempre senza che nessuna autorità pubblica si senta in dovere di intervenire, spesso anzi nella più totale impunità.

Ricorda: sono solo alcuni esempi.

La Città di Salerno, 30 ottobre 2003
Spari nel bosco di Felitto: contadino sfigurato. Scambiato per una preda mentre cercava funghi.Felitto. Pensando di aver adocchiato una preda tra i cespugli spara tra la fitta boscaglia e colpisce in pieno volto un cercatore di funghi. Il fatto si è verificato tra i boschi del comune di Felitto. La vittima V.M. 47enne è un coltivatore diretto residente nel comune limitrofo di Castel San Lorenzo, sposato e padre di due figli. Le sue condizioni al momento sono abbastanza critiche. A seguito dell'incidente di caccia ha riportato delle gravi lesioni al volto per le quali è stato necessario trasferirlo presso l'ospedale Cardarelli di Napoli, dove è ricoverato in prognosi riservata.Questa una prima ricostruzione della vicenda in base ai primi accertamenti effettuati dalle forze dell'ordine. L'incidente di caccia è accaduto intorno alle 12,30, ora in cui i due protagonisti la vittima V.M. 47enne e E.G. 43enne si trovavano nella stessa zona a pochissima distanza l'uno dall'altro. Nessuno dei due però si è reso conto della presenza dell'altro.
All'improvviso il cacciatore ha sentito un rumore provenire da un cespuglio nelle immediate vicinanze. Pensando che si potesse trattare di selvaggina, come purtroppo è accaduto in tante altre situazioni, ha impugnato il fucile e ha sparato. Si è reso conto di aver colpito un'altra persona solo quando si è avvicinato per recuperare la preda. Davanti a lui si è presentata una scena agghiacciante: la vittima era una maschera di sangue ed era stata colpita in pieno volto, oltre che alle mani e all'addome. L'uomo, infatti, ha subito la perdita di gran parte della lingua, del mento, della mandibola e delle labbra, oltre che delle gravi lesioni a due dite della mano e una ferita all'addome. E. G. lo ha accompagnato all'ospedale di Roccadaspide distante pochi chilometri. Considerata la gravità delle lesioni riportate dall'agricoltore, è stato necessario un trasferimento d'urgenza. La vittima è stata trasportata presso l'ospedale Cardarelli di Napoli dove sicuramente sarà sottoposto a degli interventi chirurgici per la ricostruzione delle parti del volto danneggiate. Un episodio che purtroppo per V.M. avrà delle conseguenze davvero devastanti. Soprattutto in relazione al fatto che probabilmente l'uomo rischia di non poter più parlare. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri che dovranno scoprire eventuali responsabilità da parte del cacciatore che ha colpito il quarantasettenne scambiandolo per un animale.

Corriere della Romagna, 27 ottobre 2003
Coltivatore impallinato da un cacciatore CESENA - Un coltivatore stava lavorando tranquillamente nel suo campo quando si è visto arrivare in faccia una rosa di pallini da caccia. Alle grida di dolore lanciate dall'uomo il cacciatore è fuggito. Non è la prima volta che accadono cose di questo genere e non a caso i rapporti tra agricoltori e cacciatori non sono di solito buoni.

La Tribuna di Treviso 15 ottobre 2003
Impallinata dai cacciatori nell'orto davanti alla casa TARZO. Una donna, Adriana Frassetto, di 50 anni, stava raccogliendo l'insalata nel suo orto quando, dopo uno sparo, è stata bersaglio di una scarica di pallini sparati da un cacciatore che si trovava nel bosco poco lontano. Solo per un caso non è rimasta ferita. "i cacciatori" ha dichiarato la donna "agiscono senza regole nei campi altrui".Quanto avvenuto è solo l'ultimo episodio ai danni della signora Frassetto.

Il Secolo XIX, 3 ottobre 2003
Dimesso il pensionato impallinato nell'orto di casa. Sulle tracce dello sparatore
Ameglia. L' ottantanovenne impallinato nel suo terreno, mercoledì pomeriggio, è stato dimesso dall'ospedale ed è tornato a casa. Le condizioni di Marcello Peonia sono sensibilmente migliorate dopo le cure ricevute al pronto soccorso. I carabinieri hanno intensificato nel frattempo le indagini per cercare di identificare il responsabile del ferimento e ricostruire la dinamica dell'accaduto. L'episodio si è del resto verificato tra le case e non è da escludere che qualcuno possa aver notato il cacciatore. Non è comunque la prima volta che i cacciatori, nella zona, si avvicinano alle case tanto da far piovere pallini sui tetti e contro le finestre delle abitazioni.

Il Giornale di Vicenza, 22 Settembre 2003
Fucilata in viso, bambino grave!
Si apre nella maniera più drammatica la caccia nel Vicentino, con un ragazzino di 10 anni ricoverato in prognosi riservata al Centro di rianimazione del San Bortolo. Il piccolo accompagnava per la prima volta il padre in una battuta alla lepre, quando il compagno del genitore ha centrato il minore con due pallettoni, uno alla fronte e l'altro a una spalla. Lo sparatore, è stato denunciato a piede libero per lesioni colpose all'autorità giudiziaria.

Il Messaggero, 25 settembre 2003
Canile sotto il tiro dei cacciatori
Pesaro. Cacciatori a pochi passi dal canile di Pesaro, "con i pallini - riferisce il consigliere provinciale Anna Maria Guerra - caduti vicinissimi agli operatori volontari e ai visitatori che erano lì per adottare degli animali. I visitatori sono rimasti scandalizzati ed insieme ai volontari sono scappati".

Il Gazzettino, 25 settembre 2003
Rovigo: case "impallinate", giro di vite della Provincia
L'assessore Zanetti annuncia la "tolleranza zero" nei confronti dei cacciatori che sparano vicino ai centri abitati. Giro di vite della Provincia sulla distanza minima dei cacciatori dalle abitazioni. "Non tollereremo più che la distanza di 200 metri dalle case non sia rispettata - ha detto ieri l'assessore provinciale alla Vigilanza, Roberto Zanetti - Non è pensabile che piogge di pallini continuino a cadere sulle tegole o magari possano finire sul viso o negli occhi di qualcuno che si trova all'aperto".
L'alba di domenica scorsa si era aperta con gli spari delle doppiette in campagna ma pare che qualche cacciatore abbia esagerato nell'avvicinarsi a cortili e giardini. Numerose scariche di pallini sono state nettamente avvertite sulle tegole e contro le pareti esterne degli edifici intorno a Rovigo, Porto Tolle e Adria. Alcuni residenti allarmati hanno tempestato di telefonate gli uffici delle vigilanza provinciale. Episodi non nuovi - si sa ad esempio che gli anni scorsi la tettoia di un impianto di carburante.
Vicinissima al centro abitato del capoluogo, è stata bersagliata dai pallini in caduta - ma la tolleranza zero annunciata dalla Provincia quest'anno sigla un cambio di tendenza piuttosto significativo.
Sono stati circa 200 i cacciatori identificati e controllati a fronte di 23 verbali trasmessi finora agli uffici. Nonostante mezzi e risorse limitate, la volontà di esercitare un controllo adeguato su caccia, pesca professionale e sportiva e ambiente sembra stia diventando finalmente prioritaria.

Il Messaggero, 2 settembre 2002
A caccia vicino all'ospedale, pallini sui malati
Orvieto - Non credevano ai propri occhi, e nemmeno alle loro orecchie, i pazienti dell'ospedale di Orvieto che ieri mattina si sono visti arrivare dentro le loro stanze e accanto ai letti parecchi pallini sparati da fucili imbracciati da cacciatori imprudenti. Sono fioccate proteste, telefonate alle forze dell'ordine e alle associazioni ambientaliste. E questa mattina il consigliere comunale della Margherita, Maurizio Conticelli, presenterà un esposto alla Procura della Repubblica di Orvieto.
Anche i proprietari di un paio di agriturismi della zona hanno protestato per lo stesso motivo: cacciatori troppo vicino alle loro strutture e ospiti impauriti che hanno minacciato - e alcuni deciso - di andarsene. L'esposto alla Procura potrebbe produrre l'effetto di limitare ulteriormente la caccia in alcune zone del territorio dell'Orvietano. Comunque la legge prevede che non si possa cacciare in luoghi in qualsiasi maniera e per qualsiasi motivo frequentati da persone. Ma, spesso la disattenzione e l'imprudenza fanno si che quei limiti vengano disattesi, superati con disinvoltura.

Il Secolo XIX - 1 ottobre 2003
La PROTESTA
"Torna la paura per i cinghialisti vicino alle case"
Imperia. "Ci risiamo. Con l'apertura della caccia tornano il tormento e la paura". Protestano gli abitanti di via Cason della Guardia esasperati dalla presenza delle squadre che danno la caccia ai cinghiali. "Troppi e troppo vicini a casa", racconta una signora bruscamente svegliata, domenica scorsa, da un fragoroso sparo. "Ho fatto un balzo nel letto - aggiunge ancora in collera - perchè mi è sembrato che la fucilata fosse esplosa dentro casa".

Via Cason della Guardia è una zona residenziale alle spalle di Porto Maurizio. Vi si accede da Artallo e percorrendola tutta, passando dai Bardellini, si arriva Sant'Agata: lungo l'intero tragitto ville immerse nel verde.

"Abbiamo scelto, sopportandone i disagi, di vivere lontani dal traffico e dai rumori, paghiamo fior di tasse perchè le nostre case sono in zona residenziale, ma ci troviamo circondati dai cacciatori, infastiditi dal rumore dei loro spari e soprattutto preoccupati per la nostra incolumità", aggiunge un altro degli abitanti della zona che spera che nessuno mai sbagli la mira.

"I cacciatori devono rimanere almeno a cento metri dall'abitato - spiegano - ma qui non esiste un abitato, sono tutte case sparse, e spesso chi va a caccia si avvicina sino a una trentina di metri. Anche perchè se rispettano le distanze da una villa non possono farlo contemporaneamente anche da un'altra abitazione".

Nei giorni scorsi nella zona è comparso un cartello: "Attenzione, mercoledì e domenica caccia al cinghiale squadra n°...". "Ma qui ci sono anche dei bambini. Come si fa a tenerli bloccati in casa!", esclama una nonna. "Sono persino entrati nelle nostre proprietà - continuano indispettiti altri residenti in via Cason della Guardia - che non sono, né devono essere, terreno di caccia".

Domenica scorsa al culmine dell'esasperazione la gente ha chiesto l'intervento dei carabinieri, ma al loro arrivo i militari hanno solo potuto raccogliere le generalità dei cinghialisti.

La Provincia di Lecco - 29 ottobre 2003
"Vigilare su chi spara nei pressi delle abitazioni"
CACCIA "Vigilare su chi spara nei pressi delle abitazioni"
Vorrei segnalarle un episodio accaduto domenica. Mentre mi trovavo nel giardino della mia abitazione, sita in località Monteno di Pasturo, ho sentito uno sparo proveniente da un boschetto adiacente e subito dopo sono stato raggiunto da una scarica di pallini. Il cacciatore che si trovava in questo bosco ha cercato di convincermi che tali pallini sono inoffensivi; le assicuro che non è divertente provare un'esperienza del genere e che un eventuale pallino in un occhio sarebbe stato tutt'altro che inoffensivo. Tenendo presente che sul sentiero posto tra il bosco in questione e la mia abitazione erano appena passate alcune famiglie con bambini, in gita o alla ricerca di castagne, ritengo che il comportamento dei cacciatori andrebbe meglio regolamentato e limitato agli ambienti ove non siano presenti altre persone.

Sarebbe opportuno che ci si attivasse per organizzare un corso di aggiornamento in materia di sicurezza nell'uso delle armi per queste persone e un'adeguata vigilanza per eventuali comportamenti illeciti. Confido in un solerte interessamento delle autorità competenti al fine di evitare un incidente più grave, cosa del tutto probabile vista la frequenza degli spari che si susseguono nei pressi delle abitazioni.

Lettera firmata
Località Monteno - Pasturo

L'Arena, 18 ottobre 2003
Castelnuovo.
Piovono pallini, paura a Ronchi
Una gattina uccisa a Cavalcaselle, caccia sotto casa anche al Galetto

Castelnuovo. Una gattina perforata da decine di pallini, uccisa dai colpi sparati da cacciatori a poche decine di metri dalle abitazioni, a Cavalcaselle; ai Ronchi pallini sono arrivati contro le finestre delle case e anche sulle impalcature per lavori di manutenzione; c^Òè chi, in località Galetto, si è visto cadere danti all^Òuscio di casa un fagiano, anche questo impallinato. Insomma, le zone di Castelnuovo interessate al problema sono più d'una, tutte alle prese con qualche cacciatore dotato di licenza ma, evidentemente, privo di buon senso e poco propenso a rispettare le regole.

Emblematica la situazione a Cavalcaselle, in via 25 Aprile: qui un intero condominio si trova a dover regolare le proprie abitudini in base alla presenza di cacciatori che, in barba alle norme sulle distanze dalle abitazioni, si spingono fino a pochi metri dalle case.

"Nei giorni di caccia gli spari iniziano presto, anche alle sei della mattina", racconta Stefano Canestrari, "ed è normale vedere i cacciatori passeggiare a pochi metri dalla casa. Dove si mettano a sparare non si sa, ma dubito vadano tanto distanti perché il rumore degli spari è troppo violento".

"In questi giorni non ci si può fidare a stare sul balcone", aggiunge Daniela Valentino, "io stendo i panni sul pianerottolo del giroscala e non faccio affacciare i miei figli: nei giorni scorsi sono arrivati pallini contro la finestra dell'appartamento di una vicina, come si fa a sentirsi sicuri? Chi può garantire che non succedano incidenti?"

Nello stesso condominio, infatti, abita la signora Vanda Cacciari, proprietaria della gatta uccisa mercoledì. "È la seconda volta", racconta, "che succede: la prima è stata due anni fa; il gatto che avevo allora è stato centrato da una rosa di pallini ben visibile sul collo; penso che non ci voglia un esperto per capire che se una rosa di pallini si ferma tutta sul collo di un gatto non può essere stata sparata da grande distanza". "Questa volta", prosegue, "la gattina è stata colpita ovunque; per questo, pur avendola ritrovata morta, l'ho portata dal veterinario per capire cosa era accaduto: questi ha certificato che la tipologia della lesione sulla colonna fa pensare ad un colpo sparato da vicino. Quindi qui non c'è solo chi ignora le regole sulle distanze dalle abitazioni ma anche chi pensa che i gatti siano animali da cacciare e li uccide volontariamente".

Lettera firmata

Bibbiena, Comunicato stampa 18 dicembre 2003 - Prot. 79/03
Oggetto: Comunicato Stampa/lettera aperta, sui casi di avvelenamento di animali nel Comune di Subbiano

In riferimento da quanto riportato dai mass-media locali, tra il 12 ed il 13 dicembre 2003.
Veleno, trappole e lacci sono stati per tre anni, abbondantemente usati all'interno della riserva di caccia di Montegiovi, a pochi chilometri dall'abitato di Subbiano (AR). I cacciatori coinvolti, utilizzavano questi mezzi illegali per sterminare ogni animale che potesse esser loro concorrente nella caccia alla selvaggina. Se l'animale morente, a causa del veleno o perché sfinito dall'agonia che porta la cattura del laccio, veniva trovato ancora in vita, era immediatamente decapitato.

Gli animali così uccisi venivano gettati nella spazzatura. Questa vicenda non sarebbe venuta fuori se un gruppo di testardi che abitano dentro ed ai margini di questa riserva, non avessero tenuto duro e preteso l'intervento di tutte le Forze dell'Ordine ed anche quello della Protezione Animali del Casentino.

Negli ultimi mesi, a decine si sono dati da fare per mostrare cosa stava succedendo, cosa creava loro una tal tensione da portarli all'estremo della sopportazione. I loro cani e gatti stavano morendo avvelenati, uccisi a fucilate, o peggio. Di altri, i più, non si sono neanche ritrovati i corpi, probabilmente finiti in quello stesso bidone della spazzatura. Gli stessi cacciatori, autori di queste morti, a volte, si fermavano nelle vicinanze delle abitazioni delle persone alle quali sapevano di aver ucciso un animale, in atteggiamento di derisione e sfida.

Loro complice era il Guardia Caccia, che invece di far rispettare le leggi, consentiva ai cacciatori ogni genere d'irregolarità. Infatti, proprio all'interno della riserva, nella casa sotto la sua custodia, sono stati trovati dagli Agenti, veleni e lacci pronti per essere piazzati. Oltre a colpite gli animali domestici e selvatici, che vivevano nella zona, sono stati avvelenati anche cani e gatti di ignare persone che, convinte di far fare una passeggiata al proprio animale, si ritrovavano, invece, a dover fare una corsa disperata verso il Medico Veterinario, che non sempre riusciva a salvare l'animale moribondo, vista la difficoltà ad identificare i veleni utilizzati.

Colpito anche il Comune di Subbiano, poiché è stata decimata una Colonia Felina, regolarmente censita, che il Sindaco aveva fatto coscientemente sterilizzare, in modo da contenerne il numero. Ad oggi, nella zona, solo pochi gatti e cani, sono sopravvissuti alle persecuzioni di questi cacciatori. Visti gli eventi, che per tre anni hanno scioccato la popolazione della zona, si chiede a gran voce che la caccia, in questa riserva, venga per sempre bandita, in modo da far capire a questa genia, che il rispetto della legge e l'amore per gli animali, non possono essere messi da parte per l'illegalità e la voglia di uccidere.

Chiedo la pubblicazione integrale e la massima divulgazione di questo articolo, che fa chiarezza sugli eventi della riserva di Montegiovi nei pressi di Subbiano. Viste le indagini in corso, i nomi delle persone denunciate, non sono stati trascritti.

Presidente E.N.P.A. Casentino

Corriere dell'Umbria, edizione di Terni, 25 settembre 2002
A Spello un cacciatore spara su una coppia di escursionisti ferendoli e, nonostante le loro ripetute richieste di aiuto, non presta loro alcun soccorso. I due, raggiunti da molti pallini in varie parti del corpo, sono stati aiutati poi da un automobilista. I medici non hanno potuto rimuovere alcuni dei piombini vista la delicata posizione in cui erano penetrati.

Il Resto del Carlino, 23 settembre 2002
A Taneto di Gattatico, durante una gara podistica uno dei concorrenti è stato impallinato da un cacciatore. Le conseguenze sono state leggere, anche se il fatto è di per sé sicuramente molto grave. A circa un chilometro dall'arrivo c'erano diversi cacciatori nei campi al fianco della strada. Ad un certo punto dalle doppiette partivano alcuni spari in direzione della strada, andando a colpire appunto un atleta in transito. "E non possono dire certo di non averci visto," ha dichiarato l'atleta ferito, "perché era più di mezz'ora che i podisti continuavano a passare di lì. Diciamo solo che è andata bene".

La Provincia Pavese, 23 settembre 2002
Landriano. Un gruppo di cacciatori spara contro una casa, una villetta a due piani in via De Gasperi. Cinque buchi nella zanzariera e altrettanti pallini recuperati sul pavimento del bagno.
"Per fortuna in quel momento in bagno non c'era nessuno di noi altrimenti potevamo rischiare grosso," racconta la proprietaria della casa.
Nel quartiere, almeno per la parte a più stretto contatto con la campagna, sono in tanti a non coltivare simpatie per gli amanti della caccia. «Nelle mattinate dei fine settimana - interviene un'altra signora - sembra siano in corso vere e proprie sparatorie sotto casa fin dal sorgere del sole.

Il Resto del Carlino, 2 novembre 2001
Un cacciatore spara alla cieca in mezzo alla nebbia; crede di essere di fronte a un cinghiale e invece davanti a lui c'è una persona, cui squarcia un braccio e una spalla

Il Resto del Carlino, 31 ottobre 2001
Un cacciatore spara in direzione di una abitazione di campagna: i pallini perforano la porta, penetrano nella casa fermandosi contro il lembo dei pantaloni di una donna, che era al suo interno. Il cacciatore si è dato alla fuga.

La Nazione, 28 ottobre 2001
Un cacciatore spara su un gruppo di turisti che stanno uscendo da un agriturismo. Ferisce alla schiena due ragazze di 21 e 23 anni che si accasciano al suolo urlando di dolore. Datosi alla fuga, viene fermato e denunciato per omissione di soccorso e per aver cacciato in una zona abitata.

Giornale di Sicilia, 9 ottobre 2001
A Roccella Valdemone un bambino di poco più di dieci anni è rimasto ferito il 7 ottobre, durante una raccolta di funghi in compagnia del padre: alcuni pallini, provenienti - a quanto pare - da un fucile da caccia, si sono conficcati nel braccio destro del ragazzino.